Il nome Patrica viene menzionato per la prima volta nell'anno 817 d. C., quando Ludovico I il Pio, figlio di Carlo Magno, con l'"Atto di Donazione" conferma al Papa Pasquale I il possesso dei domini della Chiesa, tra cui il “Castrum Patriciae cum terre et Cacumine”. I territori di Patrica nel Medioevo appartennero alla nobile famiglia Conti (la denominazione originaria era de Comitibus de Cicano, volgarmente detta anche da Ceccano), che deteneva la signoria della Contea di Ceccano. Il suo capostipite è forse da ricercarsi in uno degli Arimanni (Nome longobardo degli uomini liberi che militavano nell'esercito e godevano perciò di pieni diritti politici e civili; più specificamente arimanno era colui che anche successivamente al dominio longobardo apparteneva a un'istituzione militare, arimannia appunto, in quanto beneficiario di terra data in ricompensa di prestazioni militari e poi confermata ereditariamente) che accompagnarono Astolfo nel nella seconda metà del VIII Secolo alla conquista dell’estremo lembo a Nord di Montecassino e vi rimase col suo nucleo famigliare e i suoi cavalieri arroccandosi sulle alture dei monti dai quali si comandava il passaggio sul ponte del fiume Sacco e la strada che per la Valle dell’Amaseno portava al mare. Il potere politico di questa famiglia si consolidò tra il IX e il X secolo quando le incursioni saracene svuotarono le valli spingendo le popolazioni rurali dei villaggi a cercar riparo sulle alture, attorno alle rocche fortificate e dando origine a quel processo d’incastellamento che dette vita ad una nuova unità politica: il feudalesimo. Al principio dell’anno Mille i territori di Patrica appartennero ad Amato da Ceccano, figlio di Leone. Amato fu conte di Campagna, ovvero rettore papale di questa provincia (WALEY, DANIEL PO, The Papal State in the thirteenth Century, London-New York, 1961, pag. 6). Nei primi anni del XII Secolo Patrica era parte della Contea di Ceccano, retta collegialmente dai conte Goffredo, Landolfo e Rainaldo di Ceccano sotto la direzione del primogenito. Alla morte di Landolfo nel Maggio 1182 gli succedette Iohannes de Cicano (Giovanni de’Conti di Ceccano) il quale nel 1202 prestò giuramento nella Sala del Trono del Palazzo Pontificio di Anagni innanzi al Pontefice Innocenzo III (al secolo Lotario de’Conti di Segni, cugino del conte Giovanni). Alla morte di Giovanni la Terra di Patrica andò in eredità al figlio Landolfo, come dimostrato dal testamento del conte Giovanni, documento datato 5 aprile 1224 (Archivio Colonna, Subiaco). Nel 1264 il feudo di Patrica andò alla moglie di Landolfo, una certa Maccalona, la quale morendo nel 1291 lasciò per successione ereditaria al ramo della Famiglia Conti detto “degli Annibaldeschi” o semplicemente Annibaldi (della Molara); nel 1425 papa Martino V conferma in feudo Patrica ai Signori di Ceccano; nel 1445 il feudo venne ancora riconfermato alla potente famiglia (ARTHUR IORIO, Il conte Giovanni di Ceccano e gli affari di Campagna tra Millecento e Milleduecento). Nel 1599 Lotario (o Lottario) Conti cede per la somma di 31857 Scudi il Feudo al marchese Tarquinio Santacroce (Notaio Antonio Mainardo, atto posto in essere il dì 6 Febbraio 1599, previo Breve pontificio di Papa Clemente VIII datato 2 Febbraio 1599). A causa dei numerosi debiti da questi contratti (ivi compresi quelli con la famiglia Spezza), suo figlio Francesco cedette il Feudo a Don Filippo Colonna con atto datato 28 Luglio 1625 (Archivio di Stato, Roma, prot. N. 530 IX del 1944, reperibile anche presso l’Archivio Privato della Famiglia Spezza). Nel 1759 Federico Colonna riconobbe particolari esenzioni, privilegi e prerogative al conte Niccola Spezza della Terra di Patrica (Archivio Privato Spezza, atto datato 14 Luglio 1759). Il valore legale di quest’atto è sintomatico dei rapporti che legarono i due casati, soprattutto per ciò che riguardava l’indiscussa ingerenza degli Spezza nella politica cittadina e le “competenze” dell’una e dell’altra famiglia nell’amministrazione del territorio. Nel 1762 Don Lorenzo Colonna cede la Rocca e parte delle terre feudali di Patrica “posto in provincia di Campagna nella Diocesi di Ferentino” a Nicola Spezza (Archivio Privato Spezza. Il documento riporta la data “Die Tertia Aprilis 1762”; è probabile che in seguito all’invesitura del 1759 e alla concessione delle terre feudali, il conte Nicola Spezza abbia assunto il titolo di Marchese come dimostrerebbe l’antico sigillo che si fregiava della corona marchionale). Nel 1816, in seguito all’abolizione dei poteri feudali, Patrica venne a dipendere direttamente dalla Camera Apostolica (organo amministrativo dello Stato Pontificio). Nel 1870 entrò a far parte del Regno d’Italia.